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Archive for gennaio 2015

 

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76

Nati così in mezzo a tutto questo,

tra facce di gesso che ghignano

e la signora morte che se la ride,

mentre gli ascensori si rompono,

mentre gli orizzonti politici si dissolvono,

mentre il ragazzo della spesa del supermercato ha una laurea,

mentre i pesci sporchi di petrolio

sputano la loro preda oleosa e il sole è mascherato.

Siamo nati così in mezzo a tutto questo,

tra queste guerre attentamente matte,

tra la vista di finestre di fabbrica rotte di vuoto,

in mezzo a bar dove le persone non non si parlano più,

nelle risse che finiscono tra sparatorie e coltellate.

Siamo nati così in mezzo a tutto questo,

tra ospedali così costosi che conviene lasciarsi morire,

tra avvocati talmente esosi che è meglio dichiararsi colpevoli,

in un Paese dove le galere sono piene e i manicomi chiusi,

in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo,

nati in mezzo a tutto questo…

Ci muoviamo e viviamo in tutto ciò,

a causa di tutto questo moriamo, castrati,

corrotti, diseredati, per tutto questo ingannati da questo,

usati da questo, pisciati addosso da questo,

resi pazzi e malati da questo,

resi violenti, resi inumani da questo…

il cuore è annerito

le dita cercano la gola

la pistola

(Charles Bukowski)

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90

Ci sono quelli che vengono schiantati dal dolore,

quelli che diventano pensosi.

Ci sono quelli che parlano del più e del meno…

di piccole cose domestiche,

ci sono quelli che dopo si suicideranno

e non glielo si vede in faccia,

ci sono quelli che piangono molto e cicatrizzano in fretta

e ci sono quelli che annegano nelle lacrime che versano.

Ci sono quelli che sono contenti…

Ci sono quelli che fanno il picnic al cimitero

e quelli che lo evitano

perché hanno una tomba scavata nella testa.

Ci sono quelli che non mangiano più,

quelli che bevono,

quelli che si domandano se il loro dolore è autentico o costruito.

Ci sono quelli che si ammazzano di lavoro

e quelli che finalmente si prendono una vacanza.

Ci sono quelli che trovano la morte scandalosa

e quelli che la trovano naturale con-l’età-per-cui,

circostanze-che-fanno-sì-che…

e la guerra, la malattia, la moto,

la macchina, l’epoca, il destino, la vita,

ci sono quelli che trovano che la morte sia la vita.

E ci sono quelli che fanno una cosa qualsiasi,

che si mettono a correre, per esempio,

a correre come se non dovessero mai più fermarsi.

(Daniel Pennac)

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65

Troppo poco ho goduto gli scrosci primaverili e i tramonti del sole

Troppo poco mi sono dilettato della bellezza delle vecchie canzoni

e delle passeggiate al chiaro di luna

Troppo poco mi sono inebriato del vino dell’amicizia

anche se al mondo quasi non c’è paese

dove non avevo almeno due amici.

Troppo poco tempo ho dedicato al mio amore

io che all’amore avevo consacrato tutto il mio tempo.

Un’altra volta saprei incomparabilmente di più godere la vita.

Un’altra volta saprei.

(Izet Sarajlic)

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 12

Ho chiuso la mia porta al mondo;

ho lasciato fuggire la mia carne nel sogno…

Mi sono chiuso dentro, magico, invisibile,

e nudo come un cieco.

Pieno fino al bordo stesso degli occhi,

mi illumino da dentro.

Tremulo, trasparente,

sono rimasto sopra il vento,

come un limpido vaso

di acqua pura,

come un angelo di vetro

in uno specchio.

(Emilio Prados)

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87

Raccontati solo a chi ha la sensibilità
per comprendere, capire,
sentire …oltre le parole.

(Caterina Mangiaracina)

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9 (3)

All’amore io non ho mai chiesto di salvarmi la vita.

Mi è bastato che ci fosse quando ne sentivo la mancanza,

che non mi abbandonasse.

Anche quand’era sgangherato e ridicolo,

non l’ho mai lasciato andare

 (Diego De Silva)

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 19 (2)

Il presente a volte

può essere un pessimo ambiente

se arredato con i residui

di un passato difficile da dimenticare

(Giorgio Faletti)

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Avrei voluto

SOLCHI

c’è sempre un groviglio di radici
dietro fili incerti di memoria
e se c’è assedio di cenere
minaccia di morire la speranza
m.a.

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avrei voluto restituirmi intera
senza afasie
scolpire il tempo come linea attiva
in cammino
dietro l’eco di sussurri e fruscìi
come cerchi che dilatano in mattino
[approdo e silenzio].
avrei voluto germinare in cerca di luce
come pianta e contemplare
solo palpebre nitide di vento
dove fiorire
smisurata aria in faccia al cosmo.

[liberarsi da quello che ormai non è più
che uno schema per noi]
avrei voluto custodire il mistero
dei lapilli di luce che etna in delirio
dirama tra monti e mari con caparbietà
avrei sentito l’esplosione di ciuffi d’erba
strappati agli argini
i trilli finire in un soffio e rimbalzare
tra ciottoli cantando su rovi e biancospini.
ma rovi combusti e crepacci di fango
azzerano tralci e ginestre
peso di bruma impregna i nostri…

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