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Archive for aprile 2016

Risvegliarsi

con gli occhi pieni di giorni e settimane

cercare in fondo alle cose

mentre scrivo il mio libro con la vita.

Fare fronte alla pigrizia

il lunedì

lavare i panni macchiati dall’ombra

e con gioia addomesticarli

piegarli il martedì

uno contro l’altro

come si piegano le assenze

metterli a posto

e il mercoledì

pulire le ragnatele.

Il giovedì

togliere la polvere

lucidare la nostalgia.

Il venerdì

trascinare il tempo

il peso degli anni

e il sabato pensare alla domenica

mescolare aglio con erbe

con fiori e con timo

impastare millefoglie e silenzio

apparecchiare il tavolo

di un giorno sopra l’altro

al centro della stanza.

La campana si associa alla fatica

quando arriva la notte:

segni di vita sulla tovaglia

ombre che sistemerò domani.

Arriva la notte in fondo alla mia anima:

congedo ancora un’altra settimana

lo stesso calendario

i giorni associati

col bicchiere di vino

la tovaglia stirata

e l’olio dell’oblio nello sguardo

(Luz Mary Girald)

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2016-04-23 22.09.54Sono la ragazza cattiva della storia,

quella che fornicò con tre uomini

e gli mise le corna a suo marito.

sono la donna

che lo tradì quotidianamente

per un miserabile piatto di lenticchie,

quella che lentamente

gli tolse la sua veste di bontà

fino a trasformarlo in una pietra

nera e sterile

sono la donna che lo castrò

con infiniti gesti di tenerezza

e falsi gemiti nel letto.

sono la ragazza cattiva della storia.

(María Emilia Cornejo)

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KjySe le parole ci possiedono
svuotano

Se possediamo le parole
eccedono

Tra vuoti ed eccessi
chi siamo?

Chi siamo
quando qualcuno ci detta
il suo soliloquio?

(Hernán Zamora)

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“Amore mio”. Meu amor.

Ripetere queste due parole

per dieci pagine,

scriverle ininterrottamente,

senza sosta, senza spazi bianchi,

prima lentamente, lettera dopo lettera,

disegnando le tre colline

della M manoscritta,

l’anello tenue della E

simile a braccia che riposano,

il letto profondo di un fiume

che si scava nella U,

e poi lo sgomento o il grido della A

sulle onde del mare, eccole,

dell’altra M, e la O che non può essere

se non quest’unico nostro sole,

e infine la R divenuta casa,

o tetto, o baldacchino.

E subito dopo trasformare

questo lento disegno

in un unico filo tremolante,

la traccia di un sismografo,

perché le membra rabbrividiscono

e si turbano,

il mare bianco della pagina,

una distesa di luce

o un lenzuolo levigato.

“Meu amor, “amore mio” hai detto,

e l’ho detto anch’io,

spalancandoti la mia porta,

e tu sei entrata.

Tenevi gli occhi bene aperti

venendomi incontro,

per vedermi meglio o più di me,

e hai posato la borsa per terra.

E, prima che ti baciassi,

per poterlo dire serenamente,

hai detto:

“Stanotte rimango con te”.

(José Saramago)

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2015 - 1Non ho bisogno di nient’altro stanotte,

Non voglio ascoltare vecchi aneddoti di poeti.

Non so se vedrò il futuro,

se almeno lo vedrò passare

per questi occhi.

Spero nell’unica gloria dei castrati.

Mi abbandonerò al silenzio,

come un criminale abbandona le armi

e il piacere del sangue.

(Malù Urriola)

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2016-04-17 21.14.28

Vorrei il segreto

del dimenticare

far sparire quell’apparire

improvviso

dove sempre sono

il ladro, il traditore, il menzognero

non c’è riscatto né dio

ma solo un peso

che ritorna

e una vita

che non convince

(Antonio Nazzaro)

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2016-04-16 07.12.48All’altra riva di quello che dico

si stende un ponte per arrivare alla mia parola

Ogni volta che pronuncio il mio nome

il mio nome torna a me sfigurato

Ogni volta che dico acqua, l’acqua si fa vento

il vento fuoco, il fuoco il mio nome esatto

però molto più pieno e più sconosciuto.

Lancio parole, nomi, versi all’altra riva

ogni volta

e ogni volta annuncia nuove intensità

di quello che non conosco.

Bisognerebbe gettare su questo ponte

quello che non dico, il mio silenzio

perché un volta torni poesia.

(Mario Bojórquez)

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JnuDietro a una grande donna c’è un’adolescenza di merda.

Dietro a una grande donna c’è un’ombra di passato.

A mezzogiorno, quando il sole è più alto, scompare.

C’è l’adolescenza con tutto il repertorio di inadeguatezza, di pieni e di vuoti.

L’adolescenza da grande te la ricordi come un luna park chiassoso, ma quando ci passi attraverso vedi solo gli specchi deformanti: troppo grassa, troppo corta, troppo lunga, troppo piatta, troppo spessa.

C’è pure il calcinculo con quello che ti prende e ti lancia, ti fa volare, ma è un circolo vizioso. E la casa degli orrori, così simile a casa, così familiare. Il cibo non nutre e anche il divertimento fa paura.

Dietro a una grande donna ci sono gli ex, ex fidanzati, gli ex amici, gli ex lavori. “ex” ha quella x che è sembra una croce dove una volta c’era un tesoro. Ma “ex” in latino vuol dire anche “da”, come “uscire da”, “venire da” e a pensarci bene, gli ex sono anche radici, da lì si viene, da lì si riparte.

Dietro a una grande donna ci sono inverni infiniti.

Gli anni si contano in primavere, ma la maturità si misura in inverni. E si impara dagli alberi, che sono matti gli alberi a spogliarsi quando fa freddo, e invece no, abbandonano il superfluo, si fanno oggetti e aspettano.

E si impara dai ricci che si chiudono e le spine vanno fuori, non dentro. Si impara che la letargia non è l’allergia all’inverno, si impara il letargo, come pausa piena di vita e di malinconia.

Dietro a una grande donna ce n’è una uguale e più piccola, maligna, parla e pugnala, là dove fa male. Se la ignori scompare.

Dietro a una grande donna ce n’è un’altra uguale e arrabbiata che abbaia, morde e se la fai incazzare ti piscia pure sul tappeto. Se la accarezzi smette.

Dietro a una grande donna non c’è lato b o fattore c. Una grande donna di solito sa dire culo senza problemi e soprattutto sa riconoscere quando l’ha avuto e quando se l’è fatto.

Dietro a una grande donna non ci sono briciole per ritrovare la strada. La questione non è come tornare, ma se sia il caso di tornare.

Dietro a una grande donna c’è un futuro che non fa paura e “domani è un altro giorno” non è una minaccia.

Intorno a una grande donna c’è un girotondo di persone, di progetti e tutto si tiene alla faccia delle leggi della fisica e della ragione.

A fianco di una grande donna, qualche volta c’è un uomo. Lei lo guarda: “che bello averti conosciuto”, lui sorride: “bello aver voglia di conoscerti ogni giorno un po’ di più”.

Dietro una grande donna ci sono le incomprensioni, i tradimenti, i colpi dati, quelli ricevuti, quelli schivati. Ci sono i “mai più” e i “mai dire mai”, c’è la voglia di dare un senso all’insensato e di capire anche quando non c’è niente da capire.

Dietro a una grande donna c’è una donna che accetta di diventare grande. Con tutto il carico di dolore, di sofferenza e di bellezza. Sulle spalle.

(Enrica Tesio)

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Nazzaro

Lei è lì 

e non sai cosa dire

che parole trovare

E vorresti pioggia

e vento

per abbracciare

ma solo nuvole passano lente

come il non dire niente 

e sono passi all’indietro

come un cuore

di vetro così fragile

da rompersi all’amare

(Antonio Nazzaro)

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Frida Kahlo

Ma la mia notte sa che ciò

che chiamano follia,

da ogni ordine, semina disordine,

è proibito.

La mia notte si chiede

cosa non sia proibito.

Non è proibito fare corpo con lei,

questo, lo sa,

ma si irrita nel vedere una carne

fare corpo con lei

sul filo della disperazione.

Una carne non è fatta

per sposare il nulla.

La mia notte ti ama fin nel suo intimo,

e risuona anche del mio.

La mia notte si nutre di echi immaginari.

Essa, può farlo.

Io, fallisco.

La mia notte mi osserva.

Il suo sguardo è liscio

e si insinua in ogni cosa.

La mia notte vorrebbe che tu fossi qui

per insinuarsi anche dentro di te

con tenerezza.

(Frida Kahlo)

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11260c4318fe91a172d8e77da3470220Lascerò qui la mutezza delle mie parole, rese tali dall’indecenza di ogni metro quadro che calpesto e in cui trattengo da troppo il respiro.

Vorrei poche piccole cose che diventano enormi nell’irrealizzabilità inattesa che le divora. Vorrei poche piccolissime cose che il mondo avvolge e strangola nel suo marcire inarrestabile.

Distruggo a morsi tutte le grandi e grandissime cose che cercano disperatamente di trasalire.

Ingerisco veleni contro le inopportune rivelazioni dell’anima che chiedono voce, vomitando al contempo turbamenti inesplicabili.

Vorrei che le troppe gigantissime cose che ostruiscono la mia verità, diventassero di colpo minuscole, invisibili, innocue.

Vorrei che il mondo smettesse improvvisamente di decomporsi nell’inutile rincorrersi di attimi senza la dovuta importanza, di gesti mossi dall’insensatezza del tornaconto personale, di vuoti ricolmi di un vuoto più grande.

Vorrei poter liberare il mostro di tenerezza che tengo nascosto tra il cuore e la gola, riprendere a inspirare la purezza che finora ho espirato vacuamente

Vorrei semplicemente poter essere me, senza necessariamente essere sola con me.

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12931103_1770341033197563_2830590060846024763_nSempre mi sveglio tardi molto tardi
con una enorme pigrizia
di fare la stessa cosa una volta e un’altra.
Lenta mi sveglio
con fonda rabbia
di scordare il sogno
e raccogliere pezzi
di qualcuno che qualcun altro
chiama con nome lontano.
Mi sveglio fragile
propensa al pianto
magnificando insignificanze
per crescere in diminuzioni
sul desiderio di gattonare.
Oscura mi sveglio
con la mente stanca
con paura in mano e nello sguardo
con un desiderio infinito
che giunga presto la notte
e sia una notte eterna.
Mi sveglio vuota
di parola e pensiero
seminata di silenzi e limitazioni
con la pelle asciutta fatta in briciole
e un sorriso di pietra
nel labirinto della mia storia.
Sono invecchiata senza apprendere
il mestiere di svegliarmi.

(Carmen Naranjo)

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