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Archive for agosto 2015

65

Un vecchio errore vuole inseguirmi 
e incatenarmi e trascinarmi lì davanti 
ad ogni specchio per dirmi: guardati 
io non mi guardo, giro lo sguardo 
la so a memoria fin troppo questa storia 
è uguale che non ci sia o che ci sia
ci provi lo specchio a inghiottire
nell’apparenza
l’ orgoglio – è quello che voglio –
della mia assenza
vedi, ho pagato già il mio soldo di verità
un vecchio errore pagato caro, un gesto avaro,
avevo il cuore duro allora ero più amaro
ero più giovane
niente di niente spiega alla gente
cosa vuol dire, cosa vuol dire amare l’ amore,
senza mai fare neanche un errore
ci provi lo specchio a inghiottire
nella sua acqua cupa
non l’ apparenza, ma il volto
che l’assenza, sciupa
vedi, vedi ho pagato già mio soldo di verità
un vecchio errore pagato caro, e un gesto avaro,
avevo il cuore duro allora ero più amaro
ero più giovane
niente di niente spiegalo alla gente
cosa vuol dire, cosa vuol dire amare l’ amore,
senza mai fare neanche un errore.

(Paolo Conte)

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Gli uomini dovrebbero potersi prendere,

di tanto in tanto,

una giornata libera dalla vita.

(Stanislaw Jerzy Lec)

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Ci sono uomini che lottano per un giorno e sono bravi,

altri uomini lottano per un anno e sono più bravi,

altri lottano per molti anni e sono ancora più bravi……..

poi ci sono quelli che lottano per tutta la vita

e questi sono gli indispensabili…

(Bertolt Brecht)

 

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Sono nato bianco, il che fa di me un razzista.

Non voto a sinistra, il che fa di me un fascista.

Sono eterosessuale, il che fa di me un omofobo.

Non sono sindacalizzato, il che fa di me un traditore della classe operaia e un alleato del padronato.

Sono di religione cristiana, il che fa di me un cane infedele.

Ho più di sessant’anni e sono in pensione, il che fa di me un vecchio rimbambito.

Rifletto, senza prendere per buono tutto ciò che mi dice la stampa, il che fa di me un reazionario.

Tengo alla mia identità e alla mia cultura, il che fa di me uno xenofobo.

Vorrei vivere in sicurezza e vedere i delinquenti in galera, il che fa di me un agente della Gestapo.

Penso che ognuno debba essere ricompensato secondo i suoi meriti, il che fa di me un antisociale.

Ritengo che la difesa di un Paese sia compito di tutti i cittadini, il che fa di me un militarista.

Amo l’impegno e lo sforzo di superare se stessi, il che fa di me un ritardato sociale.

Pertanto ringrazio tutti i miei amici, che hanno ancora il coraggio di frequentarmi, nonostante tutti questi difetti.

(dal web)

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Mentre guardavo

alternamente

dalle due grandi finestre

affacciate sul passato e

sull’avvenire,

i ladri

entrarono indisturbati

nella stanza

e mi derubarono

di tutto il presente.

(Margherita Guidacci)

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1

Ma allora, cos’è che ti conforta?»

«La certezza della mia libertà interiore, »

disse lui dopo aver riflettuto

« questo bene prezioso, inalterabile,

e che dipende solo da me perdere o conservare.

La convinzione che le passioni

spinte al parossismo come capita ora

finiscano poi per placarsi.

Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine.

In poche parole, che le catastrofi passano

e che bisogna cercare

di non andarsene prima di loro,

ecco tutto.

Perciò prima di tutto vivere:

Primum vivere.

Giorno per giorno.

Resistere, attendere, sperare».

(Irène Némirovsky)

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2

C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.

E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più,
perché dietro quell’attimo

sta in agguato il dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.

A volte un po’ lo invidio
– per fortuna mi passa.

(Wisława Szymborska)

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E allora mi sono guardato negli occhi.

Raramente ci si guarda, con se stessi,

negli occhi,

e pare che in certi casi

questo valga per un esercizio estremo.

Dicono che,

immergendosi allo specchio

nei propri occhi

– con attenzione cruciale

e al tempo stesso con abbandono –

si arrivi a distinguere finalmente

in fondo alla pupilla l’ultimo Altro,

anzi l’unico e vero Se stesso,

il centro di ogni esistenza e della nostra,

insomma quel punto che avrebbe nome Dio.

Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi,

io non ho scorto altro

che la piccola ombra diluita

(quasi naufraga)

di quel solito niño tardivo

che vegeta segregato dentro di me.

Sempre il medesimo,

con la sua domanda d’amore

ormai scaduta e inservibile,

ma ostinata fino all’indecenza.

(Elsa Morante)

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1

Volevo il movimento,

non un’esistenza quieta.

Volevo l’emozione, il pericolo,

la possibilità di sacrificare

qualcosa al mio amore.

Avvertivo dentro di me

una sovrabbondanza di energia

che non trovava sfogo

in una vita tranquilla.

(Lev Tolstoj)

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