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Archive for giugno 2015

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65 (2)

Sto parlando di cose che non hanno nome,

cose che nel corso della vita

si accumulano sul fondo dell’anima,

sentimenti e strati di terriccio.

Se mi chiedessi di descriverteli,

non saprei da che parte cominciare,

non avrei le parole adatte.

Solo una stretta al cuore,

un’ombra passeggera,

un sospiro.”

(David Grossman)

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 32

“Lotti coi sogni

come con la vita

senza senso né forma,

cercando un disegno,

un percorso

che deve pur esserci,

come quando si comincia

a leggere un libro

e non si sa ancora

in quale direzione ti porterà.

Quello che vorresti

è l’aprirsi d’uno spazio

e d’un tempo

astratti e assoluti

in cui muoverti

seguendo una traiettoria

esatta e tesa;

ma quando ti sembra di riuscirci

t’accorgi d’essere fermo,

bloccato,

costretto

a ripetere tutto da capo.”

(Italo Calvino)

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13

Nascondete bene

le vostre piaghe,

quando ne avete.

Il silenzio

è l’ultima gioia degli infelici;

cercate di non mettere nessuno

sulle tracce dei vostri dolori;

i curiosi bevono le nostre lagrime,

come le mosche

succhiano il sangue

di un daino ferito.”

( Alexandre Dumas padre)

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87

Che parola vuoi adottare?

Malinconia.

Perché?

“La malinconia è la gioia di sentirsi tristi”, diceva Hugo.

Voglio adottarla perché

è la mia condizione naturale.

Quando io sono triste,

stranamente,

riesco a dare il meglio di me.

E certe volte apprezzo

più una triste allegria

che un’allegria triste.

Che parola vuoi buttare?

Ansietà.

Perché?

Perché il tormento d’animo

non porta a niente,

ti oscura la vista,

ti fa vedere quello che non c’è,

ti fa vivere male ogni situazione.

Una zavorra inutile da buttar via…..

 

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Occhio al passato:

ti dicono che passa in fretta,

ma torna spesso dalle tue parti.

Non importa dove tu corra,

in qualche modo

te lo ritrovi sempre di fronte.

Specialmente se lo rifiuti,

specialmente se vuoi dimenticare.

Il passato è una brutta bestia,

è per questo che ci sono tanti modi

per affrontarla.

C’è chi resta sveglio la notte

per pensare a cosa è andato storto,

per vergognarsi ancora una volta

di errori ormai fatti,

per rifarsela col destino,

con se stessi,

con la sfortuna, con gli altri.

C’è chi si prepara a combatterlo

oppure chi finge

che non sia mai successo nulla.

C’è chi ci vive,

il presente nemmeno sa cos’è,

c’è chi ne ha paura,

chi lo odia,

chi ci si rifugia perché lì,

in qualche modo,

tutto sembrava andare meglio.

C’è chi lo cerca smaniosamente

fra le pieghe del cervello,

perché ’ solo prima ero felice ’.

E poi c’è chi impara a conviverci,

con le buone o con le cattive,

sapendo che il passato è di per se

un concetto bugiardo:

perché ti promette di non tornare più

e invece è sempre lì.

Sì, c’è chi col passato ci convive,

perché inizia a rendersi conto che,

nel momento in cui smetti di combatterlo,

il passato,

proprio come il tempo,

diventa uno

dei tuoi migliori alleati…

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 5

Non sono come te.

Io non insulto,

non faccio del male,

neanche quando lo ricevo.

Non mi appartiene, non ci riesco.

Io mi ritiro,

mi chiudo,

niente urla,

niente vendette plateali.

Non faccio un bel niente,

e proprio per questo,

se tu ferisci,

io invece UCCIDO.

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4

Per adesso rimango

nella mia torre di cristallo,

con la luce e il sole davanti,

in attesa che la vita

dica quel che deve dire.

L’importante è che,

quando lei – la vita –

verrà a cercarmi,

in qualunque posto io sia,

non mi trovi sconfitta.

(Marcela Serrano)

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3

“Il dolore ti colpisce in tutte le sue forme.

Una fitta leggera, un po’ di amarezza,

un dolore che va e viene,

la normale sofferenza

con cui conviviamo tutti i giorni.

Poi c’è un tipo di sofferenza

che non riesci ad ignorare,

una sofferenza così grande

che cancella tutti quanti i pensieri,

che fa scomparire il resto del mondo

e a un certo punto

non riusciamo più a pensare ad altro

che alla nostra sofferenza.

Come affrontiamo il dolore

dipende da noi.

Il dolore, ci anestetizziamo,

lo accettiamo, lo elaboriamo,

lo ignoriamo e per alcuni di noi

il miglior modo per affrontarlo

è conviverci.

Il dolore,

devi aspettare che se vada,

sperare che scompaia da solo,

sperare che la ferita

che l’ha causato guarisca.

Non ci sono soluzioni

né risposte facili,

bisogna fare un respiro profondo

e aspettare che il dolore

si nasconda da qualche parte.

La maggior parte delle volte

il dolore può essere sopportato,

ma a volte il dolore

ti afferra quando meno te lo aspetti,

ti colpisce sotto la cintura

e non ti lascia in pace.

Il dolore.. devi solo conviverci,

perché la verità è

che non puoi evitarlo

e che la vita

te ne porta sempre dell’altro.”

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7

“Ma chiunque abbia avuto un dolore

così grande da piangerci

fino a non avere più lacrime,

sa bene che a un certo momento

si arriva a una specie

di tranquilla malinconia,

una sorta di calma,

quasi la certezza

che non succederà più nulla.”

(Clive Staples Lewis)

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….coprimi di sogni e di coraggio…
………….portami via di qui…
………..tu capisci bene il mio linguaggio..lascia che sia così….
……………..che tanto sei la cosa più importante per me…

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...ti dirò ogni cosa di me
senza più temere..che magari tu possa fraintendere 
queste mie parole…e ti cercherò..ti raggiungerò..
…..prendi i miei sogni ed abbracciami..tu mi insegnerai
che da soli non possiamo stare mai….

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54

Semplicemente,

senza che un solo angolo del suo volto si muovesse,

e assolutamente in silenzio,

iniziò a piangere,

in quel modo che è un modo bellissimo,

un segreto di pochi,

piangono solo con gli occhi,

come bicchieri pieni fino all’orlo di tristezza,

e impassibili mentre quella goccia di troppo

alla fine li vince e scivola giù dai bordi,

seguita poi da mille altre,

e immobili se ne stanno lì

mentre gli cola addosso

la loro minuta disfatta.”

 (Alessandro Baricco)

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