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Archive for febbraio 2015

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1

Dentro,

da qualche parte nel basso ventre,

covava una roba che lo faceva stare di merda.

Una di quelle robe

che ti consumano piano piano,

che ti ammalano

come un morbo dalla lenta incubazione,

e di cui non puoi parlare a nessuno

perché se per caso sputi il rospo

ti crolla in testa

tutto il teatrino del cazzo.

(Nicolò Ammaniti)

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“Verba NON volant”

Kenneth-Caplan

E comunque non è vero che

“verba volant scripta manent”.

Le parole non volano via,

ti rimangono dentro.

Incastrate come proiettili.

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In natura non esiste

nulla di così perfido,

selvaggio e crudele

come la gente normale.

(Hermann Hesse)

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Velo di Donna

©EllenRogers

Provateci.
Provateci voi a sentire da ogni poro della pelle
mentre il mondo si diverte a farti a brandelli,
così per gioco, come uno scadente fenomeno da baraccone.
Provateli quei morsi e ditemi se è vero che non fanno male …
(©Elisabetta Barbara De Sanctis – Febbraio 2015 Proprietà intellettuale riservata)
Photo ©Ellen Rogers – All rights reserved

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Pinocchio non c'è più

mai abbastanza

Carolina parla poco e cammina senza far rumore, si nasconde dalla vita perché non è come vorrebbe, perché non riesce a smettere di sentirsi in difetto. Non riesce a sentirsi mai “abbastanza”. E nessuno sa perchè, ma lei sussurra una canzone.

Lei cammina e va lontano, ma mai abbastanza, lei lavora e sputa l’anima a lavare i pavimenti, a lustrare le maniglie di portoni, che custodiscono famiglie in doppiopetto, che salgono le scale e la salutano come quando accarezzi la testa di un cane, come quando sorridi come a dire “ti guardo per sentirmi migliore, ti guardo ancora per convicermi di nuovo”. Lei china sulla scale sputa l’anima e i sospiri d’ammoniaca e se lo chiede e sottovoce si risponde “mai abbastanza”.

Carolina occhi scuri come il fondo della notte, si ferma un attimo e ti guarda come a dire “non azzardarti far domande, non devi accorgerti di me, è…

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Dovrei chiedere scusa a me stessa

per aver creduto sempre

di non essere abbastanza.

(Alda Merini)

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Alla fine dei giochi,

l’unica persona che non perdoniamo mai,

è quella che ci guarda

ogni mattina dallo specchio.

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“All’improvviso, gli specchi diventano nemici,

e il cibo diventa una tortura.

All’improvviso, i temperini diventano armi,

e il sangue diventa una consolazione.

All’improvviso, le persone diventano false,

e la solitudine diventa vera.

All’improvviso, il sonno diventa vuoto,

e i pensieri diventano dolore.

All’improvviso, ogni ” ti amo ” diventa una bugia

e ogni ” ti odio ” diventa la pura verità.

All’improvviso, la vita diventa un incubo

e la morte diventa un sogno.”

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