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Archive for ottobre 2012

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Ti ho scritto al chiaro di luna

Sul tavolinetto ovale,

Con una scrittura pallidissima,

Parole tremolanti, a pena tinte d’arcobaleno

E che disegnano baci.

Perché per te voglio dei baci

Muti come l’ombra e leggeri

E che ci sia il chiaro di luna

E il rumore dei rami che poggiano

Su questa pagina staccata.

 

(Cècile Sauvage)

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Cuore lo dimenticheremo!

Tu e io stanotte!

Tu dimentica il calore che ti ha dato,

io scorderò la luce!

Quando avrai finito, te ne prego,

dimmelo, così che io cominci!

Presto, presto! Potrei pensare a lui

mentre tu perdi tempo!

 

(Emily Dickinson)

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L’amore è abbastanza grande

da includere una frase letta in un libro,

la linea di un collo visto e desiderato tra la folla,

un viso amato e desiderato al finestrino di un metrò che sfreccia via.

E’ abbastanza grande da includere un amore passato,

un amore futuro, un film, un viaggio,

la scena di un sogno, un’allucinazione

una visione.

(Anais Nin)

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Questa notte all’orecchio m’hai detto due parole.

Due parole stanche

d’esser dette.

Parole così vecchie da esser nuove.

Parole così dolci che la luna che andava

trapelando dai rami

mi si fermò alla bocca.

Così dolci parole

che una formica passa sul mio collo e non oso

muovermi per cacciarla.

Così dolci parole

che, senza voler, dico: “Com’è bella la vita!”

Così dolci e miti

che il mio corpo è asperso di oli profumati.

Così dolci e belle

che, nervose, le dita

si levano al cielo sforbiciando.

Oh, le dita vorrebbero

recidere stelle.

 

(Alfonsina Storni)

 

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Vuoi vedere quanto rabbia mi urge dentro?

Va’ oltre queste quattro mura

e abbraccia il vento,

va’ oltre i rami incrociati,

e abbraccia il cielo prima che pianga,

là troverai la sua misura .

E di veleno

ne ho da colmare cento otri.

Le gioie sono sempre più effimere,

e il dolore invece resta e ribolle.

Vuoi conoscere queste mie mani tremanti?

Parlano di una via

percorsa solo a metà,

di un cammino claudicante,

senza mete certe,

fatto di cento angoli, di cento svolte –

lungo la linea franta dei giorni –

e di ciò che resta dell’arcobaleno

e del fiore della sera.

Vuoi vedere dove transitano i miei pensieri?

Sulla via livida e malcerta,

delle molte ferite e dei molti inganni –

complessi come una sciarada,

misteriosi come la notte –

in bilico tra la salvezza e l’abisso .

Alle porte di un nuovo giorno,

una speranza deposta con cura

ai piedi della vita –

che sia dalla vita raccolta, e non tradita.

(Massimo Triolo)

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Raccontami di te,

dei tuoi giorni

perduti tra lune di carta,

delle notti così lunghe

da sommergere i sogni,

della tua città

fatta di soli orizzonti,

del vento caldo

che scioglie le stelle,

delle scintille di fuoco

in camini ormai spenti,

dei bagliori

in un cielo vestito di grigio,

raccontami di te

perché voglio credere

ancora nelle favole

 

(Mayra G Louis)

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Non è niente

solo il tuo amore stretto

che si è chiuso per sempre

eppure quando mi fermo

il rumore dei ricordi

giunge alla punta del mio cuore

e mi fa sobbalzare l’anima

 

(Maria Venturi – da il rumore dei ricordi)

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No, non t’avvicinare!

E’ meglio da lontano

ch’io li ami e desideri i tuoi occhi

solo quando si attende

appare bella la felicità,

e non cercata ci manda un suo cenno.

No, non t’avvicinare!

E’ molto più suadente

questo fremito dolce di paura e d’attesa.

ed e’ molto più bello

ciò che a lungo s’insegue

e il suo presentimento che ci turba.

No, non t’avvicinare!

Perché farlo e a che scopo?

Soltanto da lontano tutto splende

come una stella, tutto

ci incanta da lontano.

No, non avvicinarmeli i tuoi occhi.

(Desanka Maksimovic)

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“Chiusi gli occhi e,

dopo tanti anni,

sentii la musica del silenzio.

Quel silenzio

che mi permette di starmene da solo,

per conto mio, e mi lascia scoprire

che quel posto solitario nel mio cuore

appartiene solo a me,

mi dice chi sono io.

Si tratta di un posto etereo,

che non ha luogo, nè tempo…

è la mia anima…”

 

(Sergio Bambarén)

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Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.

Vi è un estasi sulla spiaggia solitaria.

Vi è un asilo dove nessun importuno penetra

in riva alle acque del mare profondo,

e vi è un armonia nel frangersi delle onde.

Non amo meno gli uomini, ma più la natura

e in questi miei colloqui con lei io mi libero

da tutto quello che sono e da quello che ero prima,

per confondermi con l’universo

e sento ciò che non so esprimere

e che pure non so del tutto nascondere.

 

(Lord Byron)

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So quel che voglio e ho fatto la mia scelta;

il mio destino non sei tu a deciderlo:

che tu mi ami o no, non ha importanza,

alla fine, di me rispondo io.

La tua presenza, i tuoi favori, tutto

ciò che m’hai dato, adesso puoi riprenderti:

c’è tra la tua bellezza ed il mio cuore

qualcosa che non riuscirai a confondere,

nè a tradire. Vorrei che tu capissi

che nel mio più segreto desiderio

sogno sempre il mio bacio; ma non chiesero

di bere ancora quelli che languivano

nei deserti del Sud; puoi benedirmi,

ma non piegarmi dopo avermi amata.

(Edna St. Vincent Millay)

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E’ una curiosa creatura il passato

Ed a guardarlo in viso

Si può approdare all’estasi

O alla disperazione.

Se qualcuno l’incontra disarmato,

Presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite

Possono ancora uccidere!

 

(Emily Dickinson)

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