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Archive for settembre 2014

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1

A volte non hai il tempo di accorgertene,

le cose capitano in pochi secondi.

Tutto cambia.

Sei vivo. Sei morto.

E il mondo va avanti.

Siamo sottili come carta.

Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente.

E questo è il bello e il brutto,

il fattore tempo.

E non ci si può fare niente.

Puoi startene in cima a una montagna

a meditare per decenni e non cambierà una virgola.

Puoi cambiare te stesso e fartene una ragione,

ma forse anche questo è sbagliato.

Magari pensiamo troppo.

Sentire di più, pensare di meno.

(Charles Bukowski)

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2

Ho sempre impostato la mia vita

in modo da morire con trecentomila rimorsi

e nemmeno un rimpianto.

(Fabrizio De Andrè)

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1

Le donne hanno più confidenza col dolore…

si impara vivendo spesso a contatto con situazioni che si devono subire…che si vogliono subire…il dolore così tanto nemico e spesso vicino che si trasforma in compagno di viaggio …quasi amico…una convivenza dettata dalla necessità e dall’essere, infondo, pensata anche per questo…

la sopportazione spesso arriva a livelli impensati…la gestione della frustrazione anche, fino a sentire questo lieve prurito in sottofondo come se fosse una costante per vivere…quasi necessaria…

lo scoprirlo, l’attraversarlo, il viverlo… l’esserne a sua volta attraversata…fa si che si arrivi ad una fase in cui tutto si trasforma…

il dolore si trasforma in forza…è questa la grande conquista, che spesso solo le donne fanno…trasformare ciò che non si può sempre cambiare e farne una risorsa…

allora si che tutto quello che hai vissuto è servito per la costruzione di TE… una te che impari a conoscere e guardare con occhi diversi…

il dolore ti attraversa e cambia la sostanza…cambia l’essenza della tua vita e mette in moto la tua creatività…

si, il dolore crea…non solo distrugge…

crea quell’ autocoscienza necessaria, quella forza, quella sapienza muta e segreta…

crea e trasforma quella dispersione di energia che altrimenti lascerebbe solo lamenti dietro sè…

(Concita de Gregorio)

 

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….ho pensieri blu cobalto

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1

“C’era talmente tanta roba nella mia testa,

che il mondo fuori lo sentivo appena.

Passava come un’ombra,

la vita era tutta nei miei pensieri.”

(Alessandro Baricco)

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1

Pensiero, io non ho più parole.

Ma cosa sei tu in sostanza?

qualcosa che lacrima a volte,

e a volte dà luce. ..

Pensiero, dove hai le radici?

Nella mia anima folle

o nel mio grembo distrutto?

Sei cosi ardito vorace,

consumi ogni distanza;

dimmi che io mi ritorca

come ha già fatto Orfeo

guardando la sua Euridice,

e cosi possa perderti

nell’antro della follia.

(Alda Merini)

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Nel vario microcosmo in cui mi muovo,

ci sono sempre dei punti di riferimento

altrimenti girerei persa, e comunque non

tutti i persi sono disperati.

A volte mi piace cercare di perdermi,

immaginare di brancolare nel buio

senza avere nessun punto di riferimento.

nessuno stimolo, nessun interesse, nessun

affetto.

Ma non ci riesco proprio.

Qualcosa c’è sempre.

perché anche il vuoto

lo vedo come qualcosa

da riempire, da colmare,

non mi sta bene vuoto.

Poi, quando meno ci pensi o te l’aspetti,

il vuoto arriva, come un pugno allo stomaco

e sa di sconfitte, tentativi andati a vuoto,

decisioni prese

quando il tempo era già scaduto,

improvvise sorprese non desiderate.

Ma la libertà di crearsi il proprio mondo

è speciale.

è qualcosa di unico e meraviglioso,

Ti senti protetta, sicura tra le cose che vuoi,

e che scegli.

Ma per arrivare a questo, a volte è indispensabile

fare delle scelte, anche drastiche,

ma valgono la nostra serenità.

Non è così facile liberarsi da certi mostri

che abbiamo dentro,

tutti ne abbiamo,

e si chiamano follie, manie,

ossessioni, psicosi, nevrosi,

e anche un numero notevole di persone

da starci alla larga.

Fatto ciò, ci si sente già meglio.. molto meglio.

(dal web)

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Un bottone è quell’arnese

che serve a riunire insieme due cose, 

o due parti di una cosa,

le quali, in mancanza di quell’utile intermediario,

rimarrebbero eternamente divise.

Certi strappi dolorosi,

certe fessure profonde,

certe scuciture irrimediabili, 

non si verificherebbero affatto,

se la natura producesse spontaneamente

un bottone ovunque si spalancasse,

disgraziatamente,

una fenditura.”

(Pietro Coccoluto Ferrigni)

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Nulla

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La bocca mi fiorisce come taglio.

Maltrattata tutto l’anno in lunghe

notti fatte soltanto di gomiti callosi

e delicate scatole di Kleenex che dicono piangi,

piangi, stupida bambina!

Prima il mio corpo era inutile.

Ora si strappa ai quattro angoli.

Strappa via gli indumenti della vecchia Maria,

nodo dopo nodo

e guarda –

Ora è colpito in pieno da questi dardi elettrici.

Zac! Una resurrezione!

Una volta era una barca, piuttosto legnosa

e senza impegno, senza acqua salata

e bisognosa di qualche ritocco.

Non era altro che un mucchio di tavole.

Ma tu l’hai attrezzata, l’hai issata.

Tu l’hai scelta.

I miei nervi sono tirati.

Come strumenti musicali

li ascolto.

Là dove era silenzio

i tamburi e gli archi senza tregua

continuano a suonare.

Il merito è tuo.

Genialità pura all’opera.

Caro, il compositore è caduto

nel fuoco.

(Anne Sexton)

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