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Posts Tagged ‘dolore’

April-16-war-with-Syria-mani-pic-ll-2017E se tu, Madre,

non patissi il dolore

per il figlio, Tuo, crocifisso

E se nessun sangue

sgorgasse da nessun petto

Se l’amore fosse carezzarsi le costole

anziché affliggerle

Se dalla tempia non stillasse il

supplizio

Se il perdono non avesse da

perdonare

afflizione né tortura

Se l’Amore inneggiasse la sua

pienezza

Se i chiodi non servissero a

tormentare

Se io non fossi vittima né carnefice

allora potrei sentir cantare gli angeli

e la terra sospirerebbe sollevata

e l’acqua sgorgherebbe pulita

ed io, misera,

non avrei dentro il petto

il peso del pianto del mondo

che urla

ogni volta

che Cristo muore

nell’ingiustizia.

(Elisabetta Ternullo)

 

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3

“Il dolore ti colpisce in tutte le sue forme.

Una fitta leggera, un po’ di amarezza,

un dolore che va e viene,

la normale sofferenza

con cui conviviamo tutti i giorni.

Poi c’è un tipo di sofferenza

che non riesci ad ignorare,

una sofferenza così grande

che cancella tutti quanti i pensieri,

che fa scomparire il resto del mondo

e a un certo punto

non riusciamo più a pensare ad altro

che alla nostra sofferenza.

Come affrontiamo il dolore

dipende da noi.

Il dolore, ci anestetizziamo,

lo accettiamo, lo elaboriamo,

lo ignoriamo e per alcuni di noi

il miglior modo per affrontarlo

è conviverci.

Il dolore,

devi aspettare che se vada,

sperare che scompaia da solo,

sperare che la ferita

che l’ha causato guarisca.

Non ci sono soluzioni

né risposte facili,

bisogna fare un respiro profondo

e aspettare che il dolore

si nasconda da qualche parte.

La maggior parte delle volte

il dolore può essere sopportato,

ma a volte il dolore

ti afferra quando meno te lo aspetti,

ti colpisce sotto la cintura

e non ti lascia in pace.

Il dolore.. devi solo conviverci,

perché la verità è

che non puoi evitarlo

e che la vita

te ne porta sempre dell’altro.”

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Un bottone è quell’arnese

che serve a riunire insieme due cose, 

o due parti di una cosa,

le quali, in mancanza di quell’utile intermediario,

rimarrebbero eternamente divise.

Certi strappi dolorosi,

certe fessure profonde,

certe scuciture irrimediabili, 

non si verificherebbero affatto,

se la natura producesse spontaneamente

un bottone ovunque si spalancasse,

disgraziatamente,

una fenditura.”

(Pietro Coccoluto Ferrigni)

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6

Ho chiuso la mia finestra

perché non voglio udire il pianto,

ma dietro i grigi muri

altro non s’ode che il pianto.

Vi sono pochissimi angeli che cantano,

pochissimi cani che abbaiano;

mille violini entrano nella palma della mia mano.

Ma il pianto è un cane immenso,

il pianto è un angelo immenso,

il pianto è un violino immenso,

le lacrime imbavagliano il vento.

e altro non s’ode che il pianto.

(Federico Garcia Lorca)

 

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4 (3)

E’ assurdo

dice la ragione

E’ quel che è

dice l’amore

E’ infelicità

dice il calcolo

Non è altro che dolore

dice la paura

E’ vano

dice il giudizio

E’ quel che è

dice l’amore

E’ ridicolo

dice l’orgoglio

E’ avventato

dice la prudenza

E’ impossibile

dice l’esperienza

E’ quel che è

dice l’amore

(Erich Fried)

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Fabiana 15 anni…..         

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1 (18)“In fondo siamo tanto complicati solo perché desideriamo esserlo, perché la nostra malattia è diventata la nostra anima, perché il dolore ha finito col diventare piacere”.

(Vassilis Vasilikòs)

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2

Ci sono poesie che andrebbero messe in tasca,

per tirarle fuori quando servono.

Ci sono poesie che andrebbero caricate come pistole,

per premere il grilletto e ammazzare il dolore che, se rimane inspiegato, cresce.

(Giulia Carcasi)

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L’uomo che amo mi porta il caffè ogni mattina. E scaccia gli incubi della notte passandomi la mano sul viso.

L’uomo che amo è sempre presente. Anche quando è lontano. Perché talvolta l’amore non è fatto di piccoli gesti, ma della condivisione profonda di quell’oceano di dolore che ci si porta dentro.

L’uomo che amo è la parola che culla il mio lamento. Anche quando mi chiede di tacere. Perché talvolta è proprio il silenzio che aiuta a sopportare…

(Michela Marzano)

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Ora

…che ho provato

sulla mia pelle,so solo una cosa.

Il dolore…è dolore.

E non esiste nessuna risposta su cosa farne.

 

(Anna Bellon “labirinto degli specchi”)

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404

Ogni tanto colgo

attimi di gioia

soavi come musica senza tempo

leggeri

come tenui fiori

profumano ancora

d’amore e luce.

Dalle pieghe polverose del vissuto

emergono

un attimo appena

riscaldando ancora

il mio cuore strappato

prima di scomparire

soffocati dal dolore

che lentamente sfuma

anch’esso avviato

nello scorrere del tempo

che crea il passato.

(Lucia Tiziana Mignosa)

 

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1280

Le trame dei miei sogni

sono di tessuto trasparente

Le ripongo come garze

per disinfettare le ferite

cerco di lenire il mio dolore

ma bruciano e si appiccicano

e ogni volta

sostituirle e’ uno strappo al cuore

 

(Cristiana Conti)

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86 

 

La pratica dello stupro di gruppo di prigioniere da parte dei soldati era un fatto comune nei campi…
– recluso anonimo di Auschwitz –

 

 

Mi attirarono fuori dalla baracca

con promesse di cioccolata

e parole come ”Schätzchen”,

ma le altre donne sapevano,

e, ancor prima di udire i rumori là fuori,

mi chiamarono puttana dei soldati.

Anch’io sapevo,

ma la fame ha un modo tutto suo di cambiarti,

e di farti scordar chi sei.

Buffo, come vi possa essere speranza nella disperazione.

Gettarono la cioccolata per terra

e risero: ”Da friß.” La desideravo da impazzire,

ma il sapore fu di fango. ”Dreh dich rum, Judenschwein.”

Vidi enormi stivali neri, paia e paia,

e il terreno così fangoso

da far sprofondare il mio corpo.

Tirai su il mio abito da prigioniera ed allargai le gambe.

Erano così leggere e s’aprirono così facilmente

che ringraziai Dio, sapevo

che non avrei resistito.

Questo corpo non è più mio, questa fame;

finalmente, non c’è più motivo di lottare.

Mi chiedo ora se il loro desiderio di me

fosse una brama di morte:

fottere una donna calva ch’era soltanto pelle e ossa,

la cui unica salvezza era una tazza di zuppa acquosa

per cena, una fetta di pane raffermo,

e forse, se i soldati l’avessero di nuovo voluta,

questa volta, un pezzo di cioccolata vera.

 

(Stewart J. Florsheim)

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98

 

“Non sono un meccanismo, un insieme di diverse sezioni.

E non è perché il meccanismo funzioni male

che io sono malato.

Sono malato a causa delle ferite dell’anima,

al profondo dell’io emotivo,

e le ferite dell’anima tanto, tanto tempo impiegano,

solo il tempo può aiutare e la pazienza,

e una certa difficile contrizione,

lunga difficile contrizione, compressione dell’errore della vita

e il liberarsi dell’interminabile ripetersi dell’errore

che il genere umano a caso ha scelto di santificare.”

 

(D.H.Lawrence)

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