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Archive for marzo 2013

Non serve

fotografare la vita.

Certi scatti

….li porti nel cuore.

Il cuore…non cancella…nulla!

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Il suo corpo è diventato quello di un estraneo,

anche se lo conosco meglio di tutti.

Inafferrabile e muto. Inutile. Non resta niente.

Anche della sua voce, che ho avuto così vicina,

ho dimenticato le sfumature.

O meglio, non le ho dimenticate, soltanto,

il mio cuore non sa più percepirle,

i ricordi si incastrano e si confondono.

Brillano qua e là alcuni fermoimmagine involontari.

Credo succeda a tutti:

restano ricordi che non ci interessano,

volti che non abbiamo amato,

momenti che non hanno avuto poi troppa importanza,

dettagli come una verruca, un neo peloso,

cose sgradevoli, inessenziali,

eppure stanno lì, ferme e lucide.

Incancellabili.

Chissà perché.

(Simona Vinci)

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28

“Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno.

Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai.

Cercando di essere gentile con gli altri

spesso mi ritrovo con l’anima a fettucce,

ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali.

Non importa…

Il mio cervello si chiude.

Ascolto.

Rispondo.

E sono troppo ottusi

per rendersi conto

che io non ci sono…”

(Charles Bukowski)

 

 

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54

Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai.

Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono,

ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore.

Questo mi dà una tal forza da leoni.

Una forza che non mi fa avere paura di nulla.

(Anna Magnani)

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876

La vita, amore mio, è la pienezza.

La vita sono un uomo e una donna che si incontrano

perché sono fatti l’uno per l’altra,

perché sono, l’uno per l’altro,

ciò che la pioggia è per il mare:

l‘uno torna sempre a cadere nell’altro,

si generano a vicenda,

l’uno è la condizione dell’altro.

Da tale pienezza nasce l’armonia,

e in questo consiste la vita.

Una cosa rarissima fra gli esseri umani.

(Sándor Márai)

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29

Si può morire, restando vivi.

Si muore in molti modi, in certi dolori senza nome, nella morte del prossimo, e soprattutto nella morte di chi si ama e nella solitudine prodotta dalla totale assenza di possibilità di comunicare, quando non possiamo raccontare a nessuno la nostra storia.

Questo è morire, è morte attraverso il giudizio di quelli che dovrebbero ascoltare ed entrare senza perché all’interno della nostra vita.

Vivere è convivere, e si muore quando la convivenza si fa impossibile perché chi convive interpone e arrocca il suo giudizio sulla persona viva, sopra tutto ciò che nasce solamente quando lo si condivide

 

(Marìa Zambrano)

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118

Incredibile quanto la gente sia sorda al dolore non fisico.

Se hai male allo stomaco o ad un piede, tutti cercano di rendersi utili e ti portan rispetto.

Ma se hai male all’anima nessuno ti aiuta.

Ti deridono, anzi: quasi che il dolore non fisico sia una cosa grottesca.

Cammini, cammini e non sai a chi domandare soccorso.

 

(Oriana Fallaci)

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Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.

Perché sentiva la necessità di una morale diversa.

Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso.

Era come… due persone in una.

Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

No. Niente rimpianti.

Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici.

E ora? Anche ora ci si sente come in due.

Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente

lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

(Giorgio Gaber)

876

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404

Ogni tanto colgo

attimi di gioia

soavi come musica senza tempo

leggeri

come tenui fiori

profumano ancora

d’amore e luce.

Dalle pieghe polverose del vissuto

emergono

un attimo appena

riscaldando ancora

il mio cuore strappato

prima di scomparire

soffocati dal dolore

che lentamente sfuma

anch’esso avviato

nello scorrere del tempo

che crea il passato.

(Lucia Tiziana Mignosa)

 

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157

Tutto –

una parola sfrontata e gonfia di boria.

Andrebbe scritta tra virgolette.

Finge di non tralasciare nulla,

di concentrare, includere, contenere e avere.

E invece è soltanto

un brandello di bufera.

(Wislawa Szimborska)

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76

È strana la notte, incontri per caso pensieri scomposti…

Mani s’insinuano tra velati respiri sezionando sospiri…

Di passione sono avvolte le parole, tentazioni che stuzzicano il corpo.

Sottile complicità nell’ombra.

Chi sei errante tentatore?

Mi spoglio, ma ho la notte cucita addosso.

Vieni.

Lascia le labbra sospese ad aspettare un bacio,

annegando nei sensi accesi.

Lascia i tuoi voluttuosi brividi avvolgermi.

Assaggio l’essenza della vita, lentamente.

Toccami piano il cuore.

Cosa guardi?

Lascia tracce indelebili e legàmi.

Poi, piano ti cammino addosso.

Nuda.

( Michela Dall’Armellina)

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