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Archive for febbraio 2018

25152393_1337983989636309_3159231704606845281_nE in qualche modo
riuscirai a superare
i giorni vuoti,
e i giorni pieni,
e i giorni noiosi,
e i giorni detestabili,
e i giorni straordinari,
tutti così piacevoli
e così deludenti
perché noi siamo
tutti così simili
e così diversi.

(Charles Bukowski)

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tumblr_n0wmgbDNud1sjdng6o1_500Alcuni giorni
sono come le pozzanghere
li eviti con un salto
o cambiando strada.
Altri sono anonimi,sciapi
come il mare
senza il suo sale.
Certi giorni sono neri,
come le nuvole d’inverno
o come le ali di un corvo.
Ma altri giorni,
sono come fili di seta
che ti incatenano
al loro tempo
nel tempo di un ricordo

(Silvana Rossellini)

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27972018_1395633937204647_4110695991119149360_nUn giorno in più di attesa,

uno in meno di speranza.

Un giorno in più di silenzio,

uno in meno di vita.

La morte vaga per i corridoi

e il mio compito è di distrarla

perché non trovi la tua porta

(Isabel Allende)

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27858064_1638598196259717_899021014277513456_nEra una donna pericolosa.
Piena di testa.
Piena di silenzi e domande a se stessa.
Una donna che non chiedeva mai
“Ci vediamo domani?”
Lo faceva ammattire.
Non sapere se l’avrebbe potuta stringere ancora,
accarezzare, tenere.
Avrebbe voluto fare progetti.
E lei non chiedeva mai niente.
Lo amava con un’intensità
da stordire.
Era tutta lì, nel presente.
Ma non aveva domani.
Era una donna pericolosa,
una di quelle storie,
che o ti guariscono dalla solitudine
o ti ammazzano.
(Paola Felice)

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6ae78a034e2c25cd09527ff9cb17da53Io sono spaccata,
io sono nel passato prossimo,
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta,
io appartengo all’essere
e non lo so dire,
non lo so dire,
io appartengo e non lo so dire
io sono senza aggettivi,
io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi,
io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti,
io non ho parole cangianti,
io non ho parole mutevoli,
non ho parole perturbanti,
io non ho abbastanza parole,
le parole mi si consumano,
io non ho parole che svelino,
io non ho parole che puliscano,
io non ho parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza parole,
mai abbastanza parole
ho solo parole correnti,
ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari,
ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono,
sempre mi deludono,
sempre mi deludono,
sempre mi mancano
io non sono mai tutta,
mai tutta,
io appartengo all’essere
e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo e non lo so dire,
non lo so dire,
io appartengo all’essere,
all’essere e non lo so dire.
(Mariangela Gualtieri)

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3af10c2796b1d975b1f8bb037dd6e8bdTi lascio passeggiare
un po’ tra i miei pensieri
non farti spaventare
dal disordine
fa parte dell’arredamento.
Troverai qualche soldatino
di guardia
fanno tanto i duri,
ma in fondo
vogliono solo una carezza.
Ti lasceranno entrare.
Paura e ansia non le guardare
sono due prime donne
non aspettano altro
che farsi belle
agli occhi delle novità
prosegui pure avanti,
hanno poco da raccontarti.
Appena superata
la curva della speranza
diciamo tra
incoscienza e (s)ragione
lì potrai affacciarti
ai miei desideri.
Vedi quelli in corsivo ?
Ecco, per loro ho scelto
un vestito elegante.
Di quelli proibiti
ho perso la chiave.
Ma non sono in prigione.
Già che ci sei,
liberami un po’ di follia.
La notte urla e straparla
non mi lascia riposare.
La malinconia
è sempre a leggere
in disparte
un po’ per scelta un po’ per arte.
Sì, insomma,
non cercare di fare ordine
l’ultima volta
mi ci sono voluti
due anni di analisi
per risistemare.
Puoi fermarti quanto vuoi,
o restare a dormire
ma ricordati di baciarmi gli occhi
se deciderai di uscire.
(Andrew Faber)

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c1034feeb8e544b33d1fc604d40ae043_LSono stata io a volere essere

fotografata nuda.

Mi fa sorridere il moralismo

della gente,

non lo tirano fuori

per il nudo in sé,

ormai ovunque,

ma per quello non perfetto.

E’ l’imperfezione a scandalizzare,

come fosse una colpa.

Il mio è stato un gesto

di provocazione,

e anche di profondo dolore:

in manicomio ci spogliavano

come fossimo cose.

Mi sento nuda

ancora adesso.

(Alda Merini)

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26993270_1622652654520938_33900597381378259_nSe fossi nato  donna

avrei certamente fatto

la prostituta.

Dato che ero nato uomo,

impazzivo per tutte le donne,

e più erano volgari

meglio era.

Eppure le donne

– le donne che valevano qualcosa –

mi spaventavano

perché finivano col volere

la mia anima,

e io volevo tenere per me

quello che restava.

Di solito andavo matto

per le prostitute,

perché erano dure

e insopportabili

e non chiedevano niente.

E quando se ne andavano

non perdevo niente.

Eppure desideravo

con tutto me stesso

una donna dolce,

buona,

nonostante il prezzo

tremendo che sapevo

di dover pagare.

In entrambi i casi

ero perduto.

Un uomo forte

avrebbe lasciato perdere.

Io non ero forte.

E così continuavo

a lottare con le donne,

con l’idea stessa di donne.”

(Charles Bukowski)

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25659481_1344881038946604_8666951757189110163_nDevo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco ciò che l’amore
non capisce,
perdono ciò che l’amore
mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro
vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati
fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi sui ogni atlante.
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio
non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero,
perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano
nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
sulla questione aperta.

(Wislawa Szymborska)

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(Photo Giovanni Gastel)

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce
sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità. Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde. Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto. Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici. Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie,
al ridicolo di non scriverne. Preferisco in amore
gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno. Preferisco i moralisti
che non promettono nulla. Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese. Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve. Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori
che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari
perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose
che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate. Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità che l’essere abbia una sua ragione.
(Wislawa Szymborska)

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72ec1512cb141931ea6be03380f3dea0Uno poi si stanca

di spiegarsi,

di parlare,

di cercare in tutti i modi

di farsi capire.

A volte bisogna

semplicemente sorridere

e mandare a fanculo.

(Charles Bukowski)

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