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Archive for giugno 2018

7961_oCominciano ad andare via tutti:

le persone, i sogni,

i fumi di tutte le battaglie.

Persino le ragioni e i torti

che mi hanno infiammata

adesso si confondono

e si congedano.

Nella mia nuova età

averla vinta è triste,

ti fa sentire più sola.

Ho sulle spalle più addii che anni.

E gli anni che ho vissuto

insieme ad altri

sono rimasti in mano

a me soltanto.

Mi capita di tirare fili

che mi ricadono addosso,

non c’è più nessuno,

dall’altra parte,

a tener saldo

quel che mi legava:

a un’amica, a un ricordo,

a un uomo conosciuto e perso.

Ho chiuso tante porte

su un amore o l’altro.

E ho chiuso gli occhi

di chi andava via,

mentre temevo di avere

le mani troppo fredde

e mi chiedevo

chi sarei diventata, poi.

Vorrei girarmi verso quel

che sono stata:

abbracciare la bambina,

la ragazza e me.

E dire a tutte:

cerca di star bene.

Ma è ancora presto

per vivere all’indietro.

Devo tirare dritto

e vedere cosa c’è poi.

(Stefania Rossotti)

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1221_nSono un uomo ferito.

E me ne vorrei andare
E finalmente giungere,
Pietà, dove si ascolta
L’uomo che è solo con sé.

Non ho che superbia e bontà.

E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.

Ma per essi sto in pena.
Non sarei degno di tornare in me?

Ho popolato di nomi il silenzio.

Ho fatto a pezzi cuore e mente
Per cadere in servitù di parole?

Regno sopra fantasmi.

O foglie secche,
anima portata qua e là…

No, odio il vento e la sua voce
Di bestia immemorabile.

Dio, coloro che t’implorano
Non ti conoscono più che di nome?

M’hai discacciato dalla vita.

Mi discaccerai dalla morte?

Forse l’uomo è anche indegno di sperare.

Anche la fonte del rimorso è secca?

Il peccato che importa,
se alla purezza non conduce più.

La carne si ricorda appena
Che una volta fu forte.

È folle e usata, l’anima.

Dio guarda la nostra debolezza.

Vorremmo una certezza.

Di noi nemmeno più ridi?

E compiangici dunque, crudeltà.

Non ne posso più di stare murato
Nel desiderio senza amore.

Una traccia mostraci di giustizia.

La tua legge qual è?

Fulmina le mie povere emozioni,
liberami dall’inquietudine.

Sono stanco di urlare senza voce.

(Giuseppe Ungaretti)

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