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Posts Tagged ‘Marguerite Yourcenar’

46

La memoria delle donne

somiglia a certi loro antichi

tavolini da lavoro per cucire.

Ci sono dei cassetti segreti:

ce ne sono di chiusi da molto tempo

che non si possono più aprire;

ci sono dentro fiori secchi

che sono ormai solo polvere di rose;

e ci si ritrovano

anche matasse imbrogliate,

a volte qualche spillo.

(Marguerite Yourcenar)

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98

La vita è molto più complessa di tutte le possibili definizioni;

ogni immagine semplificata rischia sempre di essere volgare.

La vita è qualcosa di più della poesia;

è qualcosa di più della fisiologia

e persino della morale,

in cui ho creduto per tanto tempo.

È tutto ciò e molto di più ancora: è la vita.

È il nostro solo bene e la nostra sola maledizione.

Noi viviamo;

ognuno di noi ha la sua vita particolare,

unica, determinata da tutto il passato,

sul quale non abbiamo alcun potere,

e che determinerà a sua volta,

per poco che sia, tutto il futuro.

La nostra vita.

La vita che appartiene a noi soli,

che non si ripeterà una seconda volta

e che non siamo certi di comprendere del tutto.

E ciò che sto dicendo della vita intera

lo potrei dire di ogni momento di una vita.

Gli altri vedono la nostra presenza,

i nostri gesti,

e come le parole si formano sulle nostre labbra;

soli, noi vediamo la nostra vita.

Questo è strano:

la vediamo;

stupiamo che sia così,

e non possiamo cambiarla.

Anche quando la giudichiamo,

le apparteniamo ancora;

la nostra approvazione

o il nostro biasimo ne fanno parte;

è sempre lei che riflette se stessa.

Poiché non c’è null’altro;

il mondo, per ognuno di noi,

non esiste se non

in quanto confina

con la nostra vita.”

(Marguerite Yourcenar)

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6

Per la prima volta

provavo il piacere perverso

di essere differente dagli altri;

è difficile non credersi superiori,

quando si soffre di più,

e la visione della gente felice

ci dà la nausea della felicità.

(Marguerite Yourcenar)

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6

Corpo, facchino dell’anima,

in cui sperare forse sarebbe vano,

amato corpo, più che non amarti;

cuore in un vivente ciborio trasmutato;

bocca senza fine tesa alle più nuove esche.

Mari dove si può vogare, sorgenti dove si può bere;

frumento e vino misti al banchetto rituale;

alibi del sonno, dolce cavità nera;

inseparabile terra offerta a tutti i nostri passi.

Aria che mi colmi di spazio e di equilibrio;

brividi lungo i nervi; spasmi di fibra in fibra;

occhi sull’immenso vuoto per poco tempo aperti.

Corpo, vecchio mio compagno, noi moriremo insieme.

Come non amarti, forma a cui io somiglio,

se è nelle tue braccia che stringo l’universo?

 (Marguerite Yourcenar)

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4 (5)

La musica mi trasporta in un mondo in cui il dolore non smette di esistere,

ma si allarga, si placa, diventa insieme più calmo e più profondo, come un torrente che si trasforma in lago.

(Marguerite Yourcena)

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Non saprai mai che la tua anima viaggia

come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;

e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,

 impediranno mai che tu sia stato.

Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,

di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,

e all’orizzonte il pensieroso lago

narra soltanto la tua serenità.

 Non saprai mai che porto la tua anima

come una luce d’oro che rischiara i passi;

 che un po’ della tua voce suona nel mio canto.

Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,

mi insegnano il cammino dei tuoi passi,

e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.

(Marguerite Yourcenar)

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